Idrocarburi negli imballaggi alimentari. - Food Safety Lab

07 Mag 2018 | Scritto da  Food Safety Lab
Idrocarburi negli imballaggi alimentari.

Cosa sono i Mosh e Moah e dove si trovano.

La migrazione degli oli minerali da carta e cartone riciclati negli alimenti è un tema emergente a livello europeo. Si tratta di molecole conosciute con la sigla MO, un gruppo molto eterogeneo di sostanze costituite da catene di atomi di carbonio e idrogeno (classificate in funzione del numero C di atomi di carbonio). In genere sono tutti derivati dal petrolio e comprendono composti saturi o insaturi, con struttura lineare, ramificata, ciclica, aromatica.

Nel settore packaging si fa riferimento a:

- MOSH (Mineral Oil Saturated Hydrocarbons), idrocarburi alifatici saturi e cioè un enorme numero di composti tra idrocarburi lineari, ramificati e ciclici;

- MOAH (Mineral Oil Aromatic Hydrocarbons), idrocarburi aromatici che hanno da 1 a 4 anelli aromatici, alchilati a diverse percentuali.

Il cartone riciclato con cui vengono costituiti gli imballaggi è una importante fonte di contaminazione. Gli oli minerali MOSH e MOAH più leggeri (e più tossici) migrano dal cartone fino agli alimenti attraverso l’aria, tramite un meccanismo di evaporazione e di ricondensazione nell’alimento, anche in presenza di barriere di plastica. Gli oli minerali pesanti (C>24), invece, non migrano e rimangono sull’imballaggio. Purtroppo, oltre alla migrazione da carta e cartone, sono possibili molteplici altre fonti di contaminazione. Ad esempio, nei processi industriali gli oli minerali sono utilizzati come agenti antiaderenti per dolci e prodotti da forno, oppure per trattamenti anti-polvere per cereali e mangimi. I pesticidi vengono dispersi sulle colture emulsionati con oli minerali. Caffè, cacao, soia, noccioline, cereali possono essere contaminati dai sacchi di juta (oleata) usati per il loro trasporto. La fauna ittica, come ben noto, può essere contaminata da perdite o sversamenti petroliferi. Sono state documentate anche frodi alimentari, in cui oli vegetali commestibili (girasole) sono stati addizionati con oli minerali.

Gli studi principali sui MO tra cui anche MOHA e MOSH si sono concentrati sostanzialmente sui MOCA ovvero i Materiali e Oggetti destinati a venire a Contatto con gli Alimenti.
I risultati di queste valutazioni non hanno dimostrato una correlazione diretta fra MO e rischi per la salute. L’E.F.S.A. (European Food Safety Agency) sta effettuando da alcuni anni un monitoraggio sulla presenza di MO e sulla relativa tossicologia verso il corpo umano al fine di emanare un parare ufficiale e successivamente forse una direttiva comunitaria.
Il limite maggiore che i vari studi applicativi riscontrano risiede soprattutto sulla mancanza di chiarezza sulla composizione specifica dei MO. Non vi sono, infatti, esatti profili di identificazione dei composti chimici contenuti negli olii minerali e che possono avere un impatto tossicologico diretto sul soggetto tester. Questo porta ad una sostanziale assenza di risultati comparabili o certi. Tuttavia è chiaro che gli olii minerali idrocarburici aromatici (MOAH) vengono usualmente considerati più critici rispetto agli olii minerali idrocarburici saturi (MOSH), proprio a causa della composizione chimica. Un dato certo è invece la presenza, all’interno degli olii minerali, di idrocarburi aromatici policiclici (PAH) ad oggi classificati come possibili sostanze cancerogene.

Mosh e Moah si ritrovano con maggior frequenza in alcuni alimenti imballati che hanno contatto diretto o indiretto con il cartone utilizzato come imballo esterno e come fattore di tutela alla rottura e contaminazione in fase di trasporto.
Il cartone esterno, però, è spesso fabbricato con una parte più o meno cospicua di carta riciclata. La causa primaria di cessione di MOAH e MOSH all’alimento sarebbe quindi attribuibile all’imballo esterno in cartone.
I cartoni da imballo sono infatti costituiti in gran parte da materie prime e fibre ricavate dal riciclo di carta, quali quotidiani e altri materiali. Questi sono tipicamente ricchi di inchiostri e residui di composti chimici, normalmente non presenti nei materiali destinati a contatto con alimenti. Inoltre, l’essiccazione degli inchiostri utilizzati nella stampa dei suddetti quotidiani si basa sull’assorbimento dell’olio utilizzato nel processo e veicolato nella carta.
I casi maggiormente contaminati sono i prodotti a bassa umidità, in quanto a causa proprio della loro natura, tendono nel tempo a richiamare particelle di acqua. Queste essendo in gran parte contenute nell’atmosfera, aderiscono naturalmente al cartone esterno e successivamente migrano verso l’interno dove sono “assorbite” dall’alimento stesso. Questo processo è quello più accreditato come veicolo di MOAH e MOSH verso l’alimento.

Attualmente, non esiste una regolamentazione europea che stabilisca i limiti di oli minerali in alimenti, né esistono metodi analitici ufficiali. Però nell’ottobre 2010 la Commissione europea ha chiesto all’EFSA di valutare i rischi per la salute umana connessi all’olio minerale contenuto negli alimenti per decidere in merito alla necessità di misure regolamentari. Nell’attesa di un limite, gli studi effettuati finora hanno considerato come riferimento un valore di ADI (Acceptable Daily Intake) pari a 0,01 mg/kg bw (10 milligrammi al giorno per chilo di peso corporeo), stabilito nel 2002 dal 59th JECFA (Joint FAO/WHO Committee on Food Additives), che si riferisce però soltanto ai MOSH. Questo valore, peraltro non ancora confermato, è messo anche in discussione da alcuni tossicologi.

In mancanza di chiare indicazioni sia sulla fonte di rischio che soprattutto sulla presenza di limiti critici definiti e condivisi, il principio della tutela e dell’analisi preventiva dei rischi resta il miglior metodo per la salvaguardia dei prodotti alimentari e di conseguenza del consumatore.
Questi aspetti dovrebbero essere inseriti e valutati nelle analisi dei pericoli al fine di determinare le opportune azioni preventive o sistemi di controllo in processo.
Per chi invece ha l’onere di utilizzare imballaggi classificati come possibile fonte di contaminazione, la qualifica e approvazione dei fornitori e dei materiali risulta il sistema preventivo più efficace abbinato magari ad un rating costante delle performance e delle analisi sui prodotti stessi.

Food Safety Lab può supportare i propri clienti conducendo le analisi sia sugli imballaggi (carta / juta / plastica) sia sull’alimento determinando la presenza di oli minerali su carta, cartone, materie plastiche e alimenti secchi (pasta, cereali, cacao).

Food Safety Lab

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